Giro d’Onore 2015: il saluto del presidente della F.C.I. Renato Di Rocco
Riportiamo il saluto del presidente della Fci Renato Di Rocco allegato alla brochure di presentazione del X Giro d’Onore tenutosi oggi presso l’Unicredit Pavilion di Milano. A breve il report e le immagini dell’evento.
“Questa del 2015 è un’edizione davvero speciale del Giro d’Onore perché coincide con i 130 anni dalla nascita della nostra Federazione. In questa sala, dentro questo contenitore delle nostre eccellenze, oggi rendiamo omaggio anche alla nostra Storia. Centotrenta anni durante i quali il ciclismo, la bicicletta sono penetrati nella vita, nel costume, nella cultura del nostro paese accompagnando la sua crescita civile e democratica. Storia di campioni mitici, d’imprese epiche, di grandi atleti e grandi uomini che hanno ispirato scrittori, artisti e poeti. Al tempo stesso, storia di uno strumento meraviglioso, sempre più diffuso perché funzionale alla difesa della salute e dell’ambiente, alla mobilità pulita e al risparmio energetico. “Finché c’è bicicletta c’è speranza” scrisse Cesare Zavattini e possiamo misurare quanto fosse nel vero a fronte dei rischi che corre il pianeta.
Ma questo appuntamento è importante anche perché chiude l’anno preolimpico. Perciò è la sintesi di un intero triennio di progetti, di lavoro, di sacrifici finalizzati al traguardo “clou” della prossima stagione agonistica: i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Giusto una pausa per tirare il fiato e via, pronti a ripartire insieme con nuovo slancio per affrontare l’ultimo tratto con tutte le forze e giustificato ottimismo. Lo dico senza enfasi: il ciclismo italiano esce da anni difficili e travagliati rigenerato e rinvigorito. Quanto tempo è passato da quando eravamo al centro del ciclone a causa degli scandali doping, quasi unici imputati? Era ieri e sembra un’altra epoca. Oggi siamo indicati a modello per i metodi e gli strumenti messi in campo. Non abbassiamo la guardia, ma siamo orgogliosi di poterci presentare dovunque a testa alta. Abbiamo una generazione di giovani dal volto pulito, preparati, consapevoli e competitivi, in grado di darci grandi soddisfazioni.
Lo stesso primato ci è riconosciuto in tema di sicurezza all’interno e all’esterno delle corse grazie al tavolo permanente instaurato con i Ministeri competenti e la Polizia di Stato, che ci ha consentito di incidere non solo sulla formazione e regolamentazione delle scorte tecniche, ma anche sul nuovo Codice della Strada e sull’educazione stradale nelle scuole. Un ciclismo rigenerato e rinvigorito anche dalla collaborazione tra i settori, tra i tecnici nazionali, territoriali e le società, dall’applicazione dei nuovi indirizzi imperniati sulla multidisciplinarietà, a partire dai giovanissimi, dalla formazione e dall’aggiornamento dei quadri a tutti i livelli. E voglio qui menzionare il successo dei corsi tenuti a Salsomaggiore per gli atleti professionisti, neoprofessionisti, aperto per la prima volta alle donne, e quelli per i Commissari Elite Mtb e Strada, fino al Convegno nazionale dei Giudici di Gara.
Questo impegno a 360 gradi ci sta facendo recuperare anche gap storici nella pista e nella cronometro. La ripresa è in atto. Lo attestano i numeri e i risultati. 112.000 mila tesserati, circa 3.386 società affiliate, aumentano i giovanissimi e gli amatori, esplode di salute il fuoristrada. Oggi festeggiamo i vincitori di 49 medaglie ai campionati mondiali ed europei di tutte le specialità: 34 delle categorie agonistiche élite, under e juniores maschili e femminili con 11 ori, 12 argenti, 11 bronzi. A queste si sommano le 15 medaglie del nostro formidabile settore paralimpico, che ha spopolato agli ultimi mondiali con 9 ori, 1 argento e 5 bronzi. Cito per tutti Alex Zanardi, Vittorio Podestà, Luca Mazzone e Francesca Porcellato, protagonisti assoluti a Nottwil, in Svizzera.
Martedì scorso il Coni ha assegnato i Collari d’Oro. Ho già espresso al presidente del Coni Giovanni Malagò, che ci è sempre vicino, la mia ammirazione e l’ho ringraziato per la sensibilità mostrata nel voler premiare gli olimpionici dal 1948 e il 1994 quando fu istituito il riconoscimento. Ho visto la gioia e la commozione nei loro occhi. C’era tanto ciclismo in quella sala. Ed era solo uno spaccato, un periodo di 46 anni legato ai cinque cerchi olimpici, a quel filone d’oro che ci stiamo sforzando di ritrovare nonostante i tempi siano cambiati e la concorrenza, soprattutto nella pista, sia diventata globale e sempre più agguerrita.
Tra i premiati dal Coni per il 2015 c’era anche Fabio Aru, vincitore della Vuelta e secondo al Giro d’Italia, che il giorno seguente è stato ricevuto anche dal Presidente della Repubblica al Quirinale, con Alex Zanardi, insieme agli altri campioni dello Sport Azzurro. Lo scorso anno abbiamo festeggiato l’impresa di Nibali al Tour de France. In questa stagione il campione siciliano non era partito bene, ma poi ha finito alla grande conquistando il Giro di Lombardia, una delle cinque classiche monumento che ci mancava da sette anni. Ci stiamo rimettendo al passo con la nostra storia. Ed i due assi delle grandi corse a tappe non sono isolati. Vantiamo talenti come Adriano Malori, che ha sfiorato di un soffio il titolo mondiale della cronometro, un podio che mancava da 21 anni (Argento di Chiurato nel Mondiale in Sicilia).
Come Elia Viviani, la nostra più bella realtà di ciclista polivalente, vincitore su pista e su strada, sul quale poniamo tante speranze per l’omnium di Rio. E poi molti neo prof che si sono già messi in luce nelle corse internazionali. Il ricambio è già garantito dagli under, vincitori della Coppa delle Nazioni UCI, risultato storico per l’Italia. Giovani emergenti come Simone Consonni, emulo di Viviani nella propensione per la strada e la pista, Argento ai Mondiali Under 23 di Richmond, medaglia che attendevamo da sette anni. Come Moscon, Martinelli ed altri maturati al fianco dei professionisti nei raduni e nei confronti misti. Lasciamoli crescere senza fretta.
Il settore femminile da alcuni anni è un nostro punto di forza. Elisa Longo Borghini ha confermato la sua classe dominando il Giro delle Fiandre e sfiorando la medaglia al mondiale. Al fianco delle più esperte Bronzini e Guderzo, Cucinotta e Frapporti, ci sono Ratto, Scandolara, Tagliaferro ed altre. Ilaria Sanguineti ha vinto l’argento europeo della corsa in linea under 23, Nadia Quagliotto il titolo juniores. Infine, la qualità del nostro vivaio si riflette nell’oro conquistato dalle giovanissime Elena Pirrone e Letizia Paternoster all’Eyof 2015 rispettivamente nella cronometro individuale e nella corsa in linea.
Tra le donne la multidisciplinarietà è largamente acquisita. Il quartetto élite dell’inseguimento è in corsa per la qualificazione a Rio. E tra le juniores oggi premiamo Balsamo, Barbieri, Bertizzolo e Cavalli, campionesse europee nella stessa specialità olimpica con tanto di record del mondo. Premiamo Martina Alzini, bronzo nell’omnium mondiale, Elena Bissolati e Miriam Vece, protagoniste agli europei. Un fascio di boccioli rosa che il mondo ci invidia, splendido auspicio per il futuro.
Anche nel fuoristrada siamo competitivi ed in piena crescita in ambito sia maschile che femminile. Eva Lechner e Marco Aurelio Fontana sono i due fari del cross country azzurro. Il Consigliere Federale Andrea Tiberi ha vinto il Tricolore Elite otto anni dopo il titolo italiano Under. Anche qui il ricambio è garantito dagli emergenti Bertolini e Bonetto, Arzuffi, Oberpaleiter e Teocchi, fino a Xillo e Berta, campionessa del mondo cross country juniores. Progrediamo anche in discipline non olimpiche: Loris Revelli è campione europeo del downhill juniores, Veronika Widmann argento europeo del downhill élite. Nel ciclocross c’è un evidente ripresa culminata con il Bronzo Europeo Women Youth di Alice Maria Arzuffi. Prepariamoci dunque ad applaudire i premiati di questo Giro d’Onore, immagine di un movimento in salute, all’altezza della nostra tradizione e della Storia che ci unisce.” (Foto di Flaviano Ossola)
Renato Di Rocco