“La mente in Bicicletta” – Psicologia e Sport

Pubblicato 9 Gennaio 2015 | Notizie varie

Ultimamente si fa un gran parlare di preparazione mentale, di quanto sia fondamentale “allenare la testa” per ottenere un risultato importante. Se da un lato questo ha portato un bel po’ di confusione sulle diverse figure che dicono di occuparsi di psicologia dello sport, dall’altro lato ha ulteriormente evidenziato la stretta relazione tra corpo e mente, rendendo più consapevoli di questo legame anche molte persone che lavorano nel mondo dello sport dal punto di vista atletico e tattico. Ora, cos’è questa psicologia applicata allo sport, e come può aiutare a migliorare una prestazione fisica? Due importanti studiosi, Weinberg e Gould, hanno definito la psicologia dello sport come lo studio scientifico delle persone e dei loro comportamenti all’interno del contesto sportivo e motorio e le ricadute pratiche di queste conoscenze. Come la “tradizionale” psicologia, quindi, si occupa di persone prima che di atleti, perché non bisogna mai dimenticare che chi pratica sport ad alto livello non è una macchina, ma è prima di tutto una persona, quindi vive momenti belli e momenti brutti, prova emozioni più o meno piacevoli, intreccia relazioni di vario tipo, subisce influenze dall’esterno… La differenza è che questa disciplina studia gli effetti che praticare sport ha sulle persone e, viceversa, come i fattori psicologici possono influire sull’attività fisica. Questo studio teorico viene poi trasformato in pratica attraverso diverse tecniche ad hoc, ovviamente con la collaborazione dell’atleta ma spesso anche di allenatori o altre persone che si occupano della sua preparazione fisica. Certamente molti psicologi dello sport si sono focalizzati sugli atleti d’élite e come aiutarli a raggiungere la prestazione ottimale attraverso diverse tecniche di “mental training” (allenamento mentale) che possono riguardare aspetti specifici a seconda delle necessità dell’atleta: scarsa motivazione, rendimento migliore in allenamento rispetto alla gara, paura di cadere, eccessiva aggressività, recupero dagli infortuni ecc… Molti altri professionisti si occupano invece del settore giovanile, di attività per bambini, persone disabili o con patologie, anziani, amatori… Altri, inoltre, studiano i fattori psicologici legati all’esercizio fisico, per incoraggiare il movimento nelle persone sedentarie o per verificare i benefici che l’attività fisica può portare a diverse patologie psichiche. Per questo motivo la definizione esatta sarebbe Psicologia dello Sport e dell’Esercizio Fisico, proprio perché sostanzialmente abbraccia chiunque pratichi attività fisica, a tutti i livelli. Oltre a occuparsi di singole persone, la psicologia dello sport studia anche le dinamiche di squadra e lo psicologo può dare un sostegno (che significa aiutare, non sostituire né insegnare il mestiere) a preparatori, ds e dirigenti, sia nella gestione degli atleti che nel tenere i rapporti con i genitori dei ragazzi. Infine, bisogna tenere conto che spesso la parola “psicologia” mette a disagio, perché viene vista in modo negativo, come se chi si rivolge ad uno psicologo avesse gravi problemi di salute mentale. In realtà, lo psicologo dello sport generalmente non si occupa di problemi mentali, a meno che abbia anche una preparazione di tipo clinico, ma sono casi abbastanza rari e di solito si rimanda ad altri professionisti. Al contrario, lo psicologo sportivo è più simile ad un allenatore, solo che anziché allenare il fisico allena il cervello a reagire in modo più utile ai diversi stimoli a cui l’atleta viene sottoposto. Nei prossimi articoli cercheremo di approfondire meglio alcuni degli aspetti psicologici che riguardano atlete d’élite ma non solo, in modo da chiarire quanto la parte mentale possa influenzare la prestazione e la permanenza nel mondo dello sport fin dai primi anni di agonismo vero e proprio.

Nathalie Novembrini – Psicologa dello Sport
E-mail: nathalie.novembrini@gmail.com

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