Dal ritiro #YellowOrange – Beatrice Bartelloni: amo la pista, su strada fatico per le altre!
La goriziana di Staranzano Beatrice Bartelloni, nata il 5 febbraio di ventidue anni fa, è uno dei volti nuovi del team Alè – Cipollini – Galassia di Alessia Piccolo, dopo aver indossato i colori del team Verso l’Iride – Maccari Spumanti (2012) e del team Wiggle – Honda (2013 e 2014). La simpatica ragazza friulana, al quarto anno tra le elite, è salita per puro caso su una bicicletta da corsa all’età di dieci anni e da quel momento non l’ha più abbandonata. Pedina fondamentale della nazionale azzurra su pista fin dalla categoria juniores, è già salita sui gradini più alti dei podi tricolori, continentali e di Coppa del Mondo. L’atleta goriziana, prima di dedicarsi totalmente alle due ruote, ha praticato a livello agonistico anche pattinaggio artistico a rotelle (suo fratello maggiore è stato campione del mondo nell’artistico a coppie), arti marziali (kata), equitazione, tennis, atletica leggera e nuoto. Abbiamo incontrato Beatrice durante il ritiro della squadra #YellowOrange che si è svolto sulle strade venete di Peschiera del Garda (VR).
– Beatrice, dopo due stagioni trascorse in una formazione britannica, torni a correre in Italia. Che esperienza è stata quella inglese? Soddisfatta?
“Con il senno di poi posso dire che quella inglese è stata una così grande e importante opportunità arrivata troppo presto nella mia carriera… forse non ero ancora pronta per affrontarla al meglio. Nel complesso, però, non posso dire di non essere soddisfatta. Senza dubbio quella inglese è stata una bella esperienza in uno dei più grandi team al mondo, che mi ha fatta crescere sia come atleta che come persona. Il primo impatto è stato davvero forte, ma poi piano piano tutto è andato meglio.”
– Sei reduce da una brillante prestazione nell’Inseguimento a Squadre valido come ultima prova della Coppa del Mondo su Pista…
“Sì… con i punti conquistati grazie al quarto posto di Cali, l’Olimpiade di Rio de Janeiro è un po’ più vicina, però un pizzico di amaro in bocca è rimasto. Dal mio punto di vista, infatti, avremmo meritato di salire almeno sul gradino più basso del podio. Ci riproveremo!”
– In Italia non c’è una vera e propria ‘cultura della pista’, come mai tu hai iniziato a praticarla?
“Personalmente la pista è la disciplina che amo di più. In pista si impara a correre, a stare in gruppo, a sprintare… è propedeutica all’attività su strada e dal mio punto di vista si ottengono più soddisfazioni in meno tempo. Ho sempre corso nei velodromi fino a quando, da allieva II° anno, i tecnici della nazionale italiana mi hanno chiamata per un test. E’ andato bene… e da quel giorno sono riuscita ad entrare e successivamente a rimanere nel gruppo azzurro.”
– Dove vuoi arrivare? Quale obiettivo massimo ti sei posta per quanto concerne la pista?
“Senza dubbio l’obiettivo è quello di portare il quartetto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ad oggi, grazie al quarto posto di Cali, saremmo qualificate, ma bisogna lavorare ancora molto per andar forte nelle varie competizioni internazionali che assegnano gli altri punti. Personalmente, poi, mi piacerebbe conquistare almeno un podio nell’Inseguimento Individuale ai prossimi campionati europei. E’ difficile, ma ci voglio provare…”
– Come ti trovi nel nuovo team Alè – Cipollini – Galassia?
“Nella nuova squadra mi sto trovando bene. Conoscevo già molte delle mie nuove compagne, anche perché gran parte di loro è nel giro della nazionale su pista. Sono molto legata a Simona Frapporti, ragazza in gamba ed atleta determinata, molto professionale e dalla grande forza di volontà. Mi sta vicina ormai da diverso tempo e mi aiuta molto. Ho avuto modo di conoscere anche Giovanni Fidanza e mi sembra un abile direttore sportivo, molto preparato e sicuro di quello che fa. Per il resto ci tengo a ringraziare Alessia Piccolo, personaggio unico nel mondo del ciclismo femminile, che mi ha dato fiducia e mi ha permesso di intraprendere questa nuova avventura…”
– Quali sono i tuoi obiettivi per questa nuova stagione agonistica su strada? Quando ti vedremo impegnata per la prima volta?
“Per quanto riguarda la strada mi piace far fatica per le altre…! ( Ride ) il ruolo che più sento mio è quello della gregaria, quindi starò vicina alle mie compagne e insieme cercheremo di ottenere grandi risultati. Debutterò la prossima settimana al ‘Ladies Tour of Qatar’, al rientro mi concentrerò per i mondiali su pista.”
– Sei scaramantica? Segni particolari?
“No, non sono scaramantica. Per il resto ho un tatuaggio sull’avambraccio sinistro con una scritta in lingua inglese che recita la celebre frase del Mahatma Gandhi: ‘qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia’ e tre api sulla spalla per i miei fratelli… Ah, le api piacciono a mia mamma ( Ride )”
– Che persona sei al di fuori dell’ambiente ciclistico? Hobby? Passioni?
“Nessuna, sono sempre in bici…! ( Ride ) no dai, nel poco tempo libero che mi rimane lontana dalle gare e dagli allenamenti mi piace fare shopping, guardare film drammatici… ah, possibilmente dove muore qualcuno… ( Ride ) leggere, anche se alcune volte mi capita di iniziare un libro e non finirlo, e ho una passione sfrenata per i cellulari! Voglio sempre stare aggiornata e comprare l’ultimo modello: figurati che nell’ultimo anno di superiori ne ho comprati 8 in un mese, inventando la scusa che si rompevano o che avevano dei problemi! Fortunatamente per le mie finanze ultimamente mi sono calmata… ( Ride ) un giorno mi piacerebbe imparare a fare i massaggi, ho comprato tanti libri a riguardo, ma sinceramente non ho mai avuto il tempo o forse la voglia giusta di studiarli a fondo. Per il resto sono una ragazza molto tranquilla e riservata, che non ama andare alle feste o a ballare in discoteca.”
– Stai studiando?
“No. Mi sono diplomata al liceo classico di Monfalcone.”
– Il tuo sogno più grande?
“Oltre a partecipare all’Olimpiade di Rio de Janeiro, sogno un giorno di conquistare un podio iridato nella prova dell’Inseguimento Individuale.”
Servizio a cura di Flaviano Ossola
Foto di Flaviano Ossola