Martina Alzini e il tricolore a Varese: “E’ la maglia che tutte sognano di indossare. Sono pronta, vinca la migliore!”
Sei maglie tricolori fanno già bella mostra sulle pareti di casa sua. Il successo è il suo desiderio più grande, la bicicletta il suo pane quotidiano, la sconfitta non è contemplata… Martina Alzini, diciassettenne talento di Parabiago, cresciuta a pane e pedali, per aggiungere alla sua personalissima collezione un’altra casacca dalle tinte verdi, bianche e rosse non ha lasciato nulla al caso, ed ha voluto provare sotto le ruote della sua bici le strade che domenica 29 giugno ospiteranno la prova unica di Campionato Italiano riservata alla categoria Juniores. Tre giri del percorso, uno ‘corto’ e due ‘lunghi’, per scoprire ogni segreto e tutte le insidie del circuito disegnato nel cuore di Varese, la Città Giardino: “Il percorso mi piace! Affrontandolo con la giusta determinazione e cattiveria agonistica potrei dire la mia… è molto nervoso, tecnico, ma con alcuni vialoni abbastanza ampi dove poter guadagnare le migliori posizioni per affrontare al meglio i due strappi presenti. Per me la maglia tricolore rappresenta da sempre un obiettivo molto importante da raggiungere. Non importa se il percorso si adatta o meno alle mie caratteristiche e in generale alle caratteristiche di ogni singola atleta, perché questa è l’unica gara dove tutte partono con l’intenzione di dare il massimo e di conquistare il successo. Tutte noi, in cuor nostro, sogniamo di indossare quella maglia… e basta questo per triplicare le energie! Mi sto preparando bene in vista del grande appuntamento, con calma, tranquillità e tanto lavoro. Credo che questa sia la cosa più importante per ottenere qualcosa di grande. Ho in mente tre nomi di possibili favorite, ma li tengo per me… perché saranno loro che dovrò curare maggiormente in gara. Vinca la migliore…!” La sfida tricolore è lanciata, non resta che aspettare domenica 29 giugno per il verdetto finale. (Nella foto di Flaviano Ossola, Martina Alzini sulle strade di Varese)
Servizio a cura di Flaviano Ossola