“Sussurri in Bicicletta” di Gianluca Trentini – Specchio delle mie brame, chi sara’ la migliore del reame…?

Pubblicato 15 Marzo 2014 | Notizie varie

C’è un momento nel ciclismo femminile italiano che è atteso, coccolato, sognato, quasi vezzeggiato. E’ una corsa che, non ce ne vogliano le altre che vengono organizzate con grande passione e capacità, che è li in vetta alla ipotetica classifica dei dischi caldi. Il mitico conduttore radiofonico Lelio Luttazzi annunciava nella altrettanto mitica trasmissione ‘hit parade’ la canzone prima in classifica definendola ‘all’olimpo’, lo facciamo anche noi: “Al’Olimpo, all’olimpo c’è… il Trofeo Binda di Cittiglio. Sì, la creatura della Cycling Sport Promotion che dal 2008 è l’unica prova italiana di Coppa del Mondo. Quella della Coppa in Italia è una storia alquanto travagliata. Dapprima fu la ‘Primavera Rosa’; la ricordate? Si corse dal 1999 al 2005 e si correva in anteprima alla Milano-Sanremo. Partenza da Varazze, Cipressa, Poggio e arrivo in Via Roma a Sanremo, all’ombra della storica e famosa fontana sanremese, in pratica era l’ultimo pezzo della “Classicissima”. Bellissima idea, tracciato tecnicamente ineccepibile e vincitrici di nome come Ziliute, Melchers, Worrack ed una sola azzurra ovvero Sara Felloni. Poi d’un tratto Rcs Sport che organizzava la corsa disse stop. Era tutto troppo bello per essere vero. Problemi economici? Problemi di poca visibilità? (A volte nemmeno l’arrivo veniva ripreso dalle telecamere durante la diretta della Sanremo maschile) Inutile pensarci; il tutto dopo 7 edizioni si sciolse come il gelato al pistacchio tra le mani di un bambino. Vi saranno tentativi poco riusciti di riportare la Coppa in Italia. Ci provò l’avvocato Carmine Castellano che organizzò la ‘Coppa dei Laghi’ che nel 2006 fu vinta da Monia Baccaille e che sarebbe dovuta diventare prova di Coppa ma non se ne fece nulla. Dopo due anni senza Coppa è stato grazie alla lungimiranza di Mario Minervino che si è chiusa questa falla. Minervino è stato abile a giocarsi la scommessa di far diventare la storica corsa di Cittiglio una prova di Coppa del Mondo. La gara era già ‘roba buona’ con vincitrici da spettacolo sin dalla prima edizione del 1974. Fu quando Nicole Cooke vinse l’edizione del 2007 che l’indiscrezione divenne notizia e da ‘roba buona’ divenne ‘tanta roba’; dal 2008 Cittiglio avrebbe riportato la Coppa del Mondo in Italia. Da quei giorni ad oggi cosa è passato? Semplice: quella che era l’ultima arrivata delle corse di coppa è oggi di gran lunga la gara femminile numero uno non solo in Italia ma soprattutto in Europa e forse anche nel mondo (lasciamo perdere paragoni con Freccia Vallone, Giro delle Fiandre o Plouay, quelle sono gare giustamente unite alle prove maschili). Negli anni oltre alla ricerca di un tracciato sempre valido che coniughi lo spettacolo con la validità tecnica a Cittiglio si è lavorato tanto sull’immagine, si è inventato tanto sul contorno per creare sempre nuovi eventi, nuove suggestioni, nuovi momenti che possano rendere l’attesa del giorno della corsa davvero intensa. Momenti di enogastronomia, di educazione stradale con i bambini delle scuole e non solo che iniziano molti mesi prima, facendo diventare il Trofeo Binda qualcosa di tanto atteso da atlete e tifosi: atteso come un bambino attente un regalo la notte di Natale. Una nuova puntata di una fiaba iniziata sette anni fa sta per incominciare, mancano una quindicina di giorni e sempre buttandola nel fiabesco e ripensando alle vincitrici precedenti che sono state la ‘cronobritannica’ Emma Pooley, il ‘tirannico tulipano’ Marianne Vos e la nostra ‘piccola grande ornavassese’ Elisa Longo Borghini, potremmo quasi dire: “Specchio delle mie brame, chi sarà la più forte del reame”? Lo sapremo nel tardo pomeriggio del 30 marzo.

Gianluca Trentini – Foto di Flaviano Ossola

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