“Sussurri in bicicletta di Gianluca Trentini” – Monsieur le Directeur, le donne e i sogni che diventano progetti
“Gentilissimo Monsieur le directeur…” Sarà forse iniziata così la lettera, anzi una vera e propria petizione che qualche tempo fa Marianne Vos, Emma Pooley, la triatleta Chrissie Wellington e Kathryn Bertine hanno inviato a Christian Prudhomme, gran patron del Tour de France; Monsieur le directeur appunto. La richiesta ha subito infervorato gli animi delle colleghe, con in testa le nostre azzurre. Organizzare in concomitanza con la Grand Boucle maschile un Tour de France femminile. Non è che si tratti di una novità di primissimo concetto; la cosa avveniva già. Di Tour de France femminile si parlò per la prima volta nel 1955 sotto l’egida organizzativa di Jean Leulliot ma il successo della britannica Mille Robinson rimase qualcosa di estemporaneo. Fu poi negli anni ‘80 grazie ai patron della ‘Societe du Tour de France’ Jacques Goddet e Felix Levitan che si organizzò proprio in concomitanza della corsa maschile anche il Tour donne. In quei tempi a Parigi insieme ai vari Bernard Hinault, Greg Lemond, Laurent Fignon e Stephen Roche apparvero anche la mamma volante Maria Canins e Jeannie Longo. Successe dal 1984 al 1989 quando il nuovo ‘directeur’ Jean Marie Leblanc si inventò il Tour de la CEE in altra data che durò sino al 1993 ma il Tour de France Feminin vero e proprio cessò nel 1989. Correre in concomitanza coi maschi è importantissimo per il movimento femminile, soprattutto disputare quella che è la corsa più importante del calendario, un evento a livello di impatto che arriva ai livelli di una Olimpiadi o di un Mondiali di Calcio e che darebbe notorietà, passaggi televisivi e pubblicitari. Pensandoci bene eventi maschili di primo piano hanno già un ‘anticipo’ dedicato alle donne, basti pensare al Giro delle Fiandre ed alla Gand-Wevelgem quest’anno pure inopinatamente concomitante con il Trofeo Binda di Cittiglio, perla del ciclismo rosa, basti pensare alla Freccia Vallone, organizzata proprio dal la ASO che fa capo a Prudhomme oppure al GP di Plouay. Certo che il Tour è il Tour. Sarebbe sbagliato anzi dannoso dimenticare le gare unicamente femminili che brillano di luce propria (vedi Cittiglio con la organizzazione della CSP di Mario Minervino peraltro recentemente applaudita dal nuovo ‘Boss Uci’ Cookson oppure il Giro Rosa che oggi è un evento apprezzato) ma è certamente cosa giusta cercare concomitanze coi maschietti. La risposta? E’ arrivata: “Excusez moi care ragazze, il Tour è qualcosa di immenso già così, non possiamo aggiungere altri mezzi ma qualcosa di bello lo inventeremo, firmato Monsieur le directeur”. Detto e fatto. Se le ragazze non potranno correre tutto il Tour almeno una tappa si: ecco ‘La Course by Le Tour de France’, una corsa in linea che si terrà a Parigi il giorno dell’ultima tappa della Grand Boucle e che si chiuderà sui Campi Elisi poco prima della corsa maschile. Insomma, vedremo il ‘Tirannico Tulipano’ Marianne Vos, la ‘Piccola grande ornavassese’ Elisa Longo Borghini, Emma Carolina di Svezia oppure la Abbot e perché no la Wild, la ‘chef in sella’ Rossella Ratto, la Guderzo e tutte le altre top atlete del mondo femminile sfidarsi tra l’Arco di Trionfo, il sottopasso del Louvre e Place de la Concorde. Grandioso e suggestivo. Ci sorge una domanda, quasi una provocazione simpatica. Perché gli amici di Rcs Sport guidati da un abilissimo organizzatore come Mauro Vegni non pensano a qualcosa che si possa chiamare ‘La Corsa by Giro d’Italia’ da corrersi concomitante al Giro, magari anche non all’ultima tappa visto che spesso l’ultimo atto della corsa rosa è una crono? Non toglierebbe nulla alle corse italiane e sarebbe importante tanto che poi, ne saremmo certi, Javier Guillen e quelli della Unipublic inventerebbero ‘La Carrera by La Vuelta a Espana’. Staremo a vedere se si tratta di cose fattibili o di sogni, del resto sognare è bello e non costa nulla ma quanto sarebbe bello se diventassero progetti.
Gianluca Trentini – Foto di Flaviano Ossola